In 2 foto ci sono 2 anni di distanza, ci sono chili di differenza certo ma quelli sono la cosa meno importante. Ci sono 2 anni di ospedali, di lacrime, urla, estati passate rinchiuse in casa e inverni senza andare a scuola, medici, psicologi e chi più ne ha più ne metta. Una grande sofferenza che mi ha portato a non fregarmene più della mia vita e delle persone che avevo intorno, mi interessava solo il mio corpo, senza capire che il dimagrire era solo un modo per mascherare il dolore.
Chi non c’è passata non può capire cosa vuol dire ‘vivere’ così…bugie dette per saltare i pasti, cibo nella spazzatura, ore ed ore di corsa, capelli persi, freddo costante, abbuffate, vomito, salire sulla bilancia mille volte al giorno ed essere ossessionati da quel numero… Questa malattia mi ha tolto tante troppe cose, opportunità e persone e io ho continuato a darle ascolto finché arrivi a un certo punto che capisci quanto stai andando a fondo inizi a riflettere su quanto ti stai facendo del male e che forse è il momento di rialzarsi…
Eppure non c’è la fai, lei è sempre lì che ti tira e non ti lascia andare, e pensi che non ne uscirai mai, che questo dolore non avrà mai una fine. Si punta ad alleviare il sintomo ad imparare a convivere con la malattia più che a guarire.
Guarire non significa ‘ingrassare’ come tanti pensano, guarire significa stravolgere la propria vita, il controllo e le certezze che credevamo di avere grazie alla malattia, significa aprire gli occhi e capire che l importante nella vita non è solo l estetica, significa lasciarsi andare e vedere cosa ci riserva la vita e godersela. Possono sembrare cose scontate ma per chi nella testa ha posto solo per il cibo tutto il resto non esiste. E ti senti onnipotente, credi di poter smettere quando vuoi e fermare tutto, ma non è così.
Per uscire dall’ anoressia ci vuole molta più forza di volontà che per rimanerci dentro, si è talmente abituate che fa paura l’ idea
della propria vita senza la malattia.
Non se ne esce da sole.
Si pensa che il mondo esterno non è pronto a capirti e aiutarti ma non è sempre così. Ci vogliono mani e e aiuti che ti tirano su e ti fanno vedere cosa c’è al di fuori della tua ‘bolla’. Molte persone sopravvalutano quanto un semplice commento, un ‘stai meglio’ possano scatenare in una persona miliardi di paranoie, passi indietro, far riaffiorare pensieri perché il segno di questa malattia è come una cicatrice, rimane lì e si ripresenta nei momenti brutti.
E la parte più difficile è proprio quando gli altri credano che vada tutto bene perché sembri sana ma non sanno che dentro la voce c’è sempre. Non succede tutto così di botto, è come una scalata ogni giorno piano piano si riconquistano delle cose, si raggiungono degli obiettivi e si ri-impara a vivere.
Non mi reputo guarita ma sono consapevole che ho fatto enormi passi avanti e so che continuerò a farli, mi sto riprendendo in mano la mia vita e voglio recuperare tutto ciò che ho perso.
Scrivo questo perché voglio che passi il messaggio che nessuno decide di ammalarsi e che non è solo un capriccio, ma soprattutto che si può decidere di guarire.
Le cose importanti della vita sono altre, bisogna solo concedersi
di vincere.