Non comincerò con lo scrivere il numero che vedevo sulla bilancia o il numero di ricoveri fatti.
Non è rilevante per chi conosce il problema e farebbe solo male a chi lo sta vivendo o chi lo ha vissuto.
Non metterò foto del prima e del dopo, così per mostrare a tutti la mia ex dipendenza dal cibo a confronto a quanto sono figa adesso.
Sinceramente non ho nemmeno foto troppo nitide di quel periodo.
Oggi mi sono svegliata pensando “oh no è di nuovo il 15 marzo, ora mi tocca scrivere qualcosa, che palle”.
In realtà non è un obbligo ma penso di doverlo a colei che avevo dentro di me, che mi comandava, facendomi credere di esserci io al comando, invece.
E vabbè cara amicona grazie di avermi fatto crescere tra le tue braccia e di avermi lasciato andare nel momento più opportuno.
Se stai leggendo questo volevo dirti che adesso sto bene, abbastanza bene dai.
Ti ho dimenticata, o meglio, mi sono dimenticata com’è essere svegliata da te la mattina e essere cullata da te prima di dormire.
Ma ho altro adesso.
Quindi grazie e ciao.
Ed è giusto ciò che dicono alcuni, cioè che dovremmo ricordare i disturbi alimentari non solo in un certo giorno dell’anno. Ma tranquilli che chi sta vivendo o ha vissuto questo inferno non se lo ricorda solo oggi.
Io mi sono salvata.
E ho capito che ciò che salva è l’amore, perciò, come diceva qualcuno,
“Se nulla ci salva dalla morte che almeno l’amore ci salvi la vita.”